Introduzione
La malattia emorragica virale del coniglio, nota anche come MEV, rappresenta una delle patologie più pericolose per questo animale; causata da un calicivirus specifico, questa infezione si manifesta in maniera acuta e devastante, colpendo sia i conigli domestici che quelli selvatici, e persino le lepri, contribuendo a numerosi decessi inspiegabili in differenti ambienti.
caratteristiche
Il virus responsabile della MEV è in grado di provocare gravi lesioni agli organi vitali quali fegato e polmoni; l’infezione, pur restando confinata al regno dei conigli e delle lepri, si diffonde rapidamente con un alto tasso di mortalità, rendendo necessario l’intervento tempestivo dei medici veterinari specializzati.
trasmissione
La patologia viene trasmessa principalmente per via diretta, a contatto con animali infetti, ma anche grazie a vettori insettoidi che facilitano il passaggio del virus da un esemplare all’altro; questo rende il controllo della diffusione una sfida importante per chi si occupa della salute degli animali, costringendo a misure di contenimento rigorose e a un monitoraggio costante.
sintomi
I sintomi della malattia emorragica virale includono la perdita di appetito, abbattimento, segni nervosi e respiratori, nonché episodi di morte improvvisa; in alcuni casi, infatti, l’infezione può progredire così rapidamente da non dare tempo all’animale di manifestare segnali evidenti, rendendo la diagnosi precoce un fattore critico per limitare le conseguenze.
vaccinazione
La vaccinazione rappresenta uno strumento fondamentale nella lotta contro la MEV, riducendo drasticamente il tasso di mortalità, che nei soggetti non vaccinati può raggiungere percentuali molto elevate; grazie a protocolli specifici e a campagne di informazione da parte dell’Associazione Professionale dei Medici Veterinari, il piano vaccinale consente di proteggere sia gli animali domestici che le popolazioni selvatiche.
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epidemiologia
Dati epidemiologici nazionali evidenziano come la diffusione della malattia emorragica virale sia endemica in molte aree, con il virus che da tempo circola non solo in Italia, ma anche in numerosi Paesi dove il coniglio rappresenta una risorsa sia commerciale che ecologica; inoltre, la comparsa di diversi sierotipi, tra cui il “classico” RHDV e l’RHDV2, ha reso ancora più complessa la gestione e il controllo dell’epidemia.